lunedì 30 giugno 2014

(4) Storia di DIAMANTINO (Tò) - PROGETTO BAMBINI CARDIOPATICI

 (3) continua...

“No na bai buska Fede na scola.”(Andiamo a prendere Fede a scuola ) gli dico mentre gli metto giacca, cappello e sciarpa. Scendiamo le scale e usciamo in strada. Lo tengo stretto perchè ho paura che scappi in mezzo alla carreggiata. 

Dopo pochi passi si butta a terra.
Le scarpe gli danno fastidio e non vuole più camminare. Provo a convincerlo ma non ci riesco così lo porto in braccio fino a destinazione. Il tragitto è corto ma arrivo spompata lo stesso.

Là tutti gli si accalcano attorno. Abbiamo parlato talmente tanto di lui che non vedono l’ora di conoscerlo. Fa un po’ il timido ma non disdegna di passare da un braccio all’altro. Ha capito di essere al centro dell’attenzione e se la gode tutta.

A casa, mentre faccio i compiti con le bimbe, provo a farlo disegnare. Continua a dirmi che non è capace. Gli dò delle fotocopie da colorare ma  lui si limita a ricalcare i contorni con i pennarelli.
“Giochiamo un po’ con il lego Tò?”

Mi avvicino a lui con la scatola che è diventata ormai parte dell’arredamento del salotto. Costruiamo una bella torre ma presto perde interesse anche per quella.
Provo con numerosi altri giochi ma, alla fine, mi arrendo alla potenza della tecnologia. 

Scopre le nostre foto di famiglia sull’Ipad e passa un’ora a guardarle. In un attimo impara come farle scorrere sullo schermo, come cercarne altre  e come vedere anche i filmati.
É veramente molto sveglio e intelligente.
“Dovremo fare in modo che possa continuare gli studi in Guinea” mi sussurra Fabio che lo tiene in braccio e lo guarda divertito. Tò è concentratissimo, inclina la testa e continua a parlottare mentre passa da una foto all’altra.

“Lo sai che c’è anche la tua terra?”
“Ecco, guarda, questa è Bissau.”
Fabio gli apre la cartella che contiene foto e filmati del suo ultimo viaggio.
“I ami! I ami!” (sono io!) grida quando si riconosce e scoppia a ridere.
Guarda e riguarda le foto e fa un sacco di commenti dei quali capisco molto poco.

Ad un certo punto alza gli occhi e mi dice che vuole “sopa” per cena  indicandomi la pasta ancora da cuocere.
“Secondo te l’ha mai mangiata?” mi rivolgo a Fabio.
“Vendono pasta nei supermercati ma a peso d’oro. Non credo proprio che i suoi se la possano permettere.”
“Proviamo! Al massimo gli prepareremo qualcos’altro.”


Sembra entusiasta quando gli metto il piatto davanti ma, bastano poche forchettate, e mi dice che è sazio.
Diventerà il suo modo per dirmi che non apprezza molto quello che gli cucino.

Provo con due uova alla coque e ho maggior successo. Dopo uno yogurt e una banana vuole salirmi in braccio e, in un attimo, si addormenta.
Ne approfittiamo per fargli l’aerosol. Abbiamo provato a convincerlo durante il giorno ma senza successo. Messa la mascherina un attimo, se l’è subito tolta dicendo che puzzava. Non c’è stato verso di fargli cambiare idea.

L’unico modo è avvicinargli la mascherina al  viso mentre dorme.


continua...

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domenica 29 giugno 2014

SCATOLINA realizzata con riciclo ROTOLI DI CARTA IGIENICA con tutorial

E' bello avere amiche blogger come Daniela di Decoriciclo  (andate a vedere il suo blog perché merita veramente!) che ti stimolano nuove idee con le loro realizzazioni (grazie Daniela di cuore!).
Qualche giorno fa ha scritto questo post che mi ha incuriosito molto.
Sono sincera, non avevo mai pensato di riutilizzare anche il rotolo finito della carta igienica e non avevo neanche mai visto post in cui veniva utilizzato.
Ma Daniela lancia ail sasso e io ... raccolgo.

Ho pensato, però, di stondare i bordi come avevo visto fare in altre scatole simili così la piegatura è più agevole.
Il risultato è questo:




I miei rotoli però non sono particolarmente belli al grezzo, quindi ho pensato di ricoprirli. Per ora ho usato gli avanzi di una stoffa azzurra e bianca con cui mi ero confezionata un vestito e del jeans. Li ho incollati con la colla vinilica  poi ho tagliato la stoffa attorno agli stondi.




Le ho abbellite, poi, con nastrini, fiore in pannolenci o ... le mitiche cialde!
Che ne dite?






Aggiungo anche l'ultima prova: carta dorata e nastrino con perline.


Il commento di mio marito è stato:" Te l'avevo detto che tra un po' ricicleremo anche la carta igienica!"

Magari quella no, ma il rotolo sulla quale è avvolta sì!!!!
A presto Maria


Partecipate anche voi allo Swap della bravissima Ivy 


giovedì 26 giugno 2014

BOMBONIERA con riciclo CIALDE DEL CAFFÈ e CROCHET (2)


Ricordate le scatoline-bomboniere che vi ho fatto vedere qui?
Le ho realizzate anche in rosa, azzurro e bianco per battesimi o comunioni-cresime.
Quella bianca ho provato a realizzarla con una forma diversa: a sacchettino.

Che ne dite?

Ho provato con un nastrino dorato o fuxia ma si può scegliere il colore a seconda dell'utilizzo.











Come le altre mie creazioni anche queste bomboniere (che si possono creare nei colori più vari)  la potete trovare qui (i soldi delle offerte andranno a favore del Progetto bambini cardiopatici).

A presto Maria
Linky Party C'e' Crisi


Linky Party Matrimonio

lunedì 23 giugno 2014

(3) Storia di DIAMANTINO (Tò) - PROGETTO BAMBINI CARDIOPATICI

 (2) continua...


Entriamo nel polo chirurgico e saliamo al primo piano. La sala d’attesa è abbastanza gremita ma Tò resta seduto in braccio a me in attesa. C’è uno scatolone pieno di giochi e libretti. Scelgo Mowgli e comincio a tradurlo per lui.

“Un bias, un luvo otcha un menino pichinino na... na... (cavolo come si dice? Ah si!)  na mato...” (un giorno un lupo vide un bimbo piccolo nella foresta)
“Maia, ainda mas, ainda mas!” (Maria ancora, ancora!)
Mi si secca la gola a furia di leggerlo. E che dire della difficoltà nel trovare le parole giuste!
Il mio Kriolo era un po’ arrugginito ma mi accorgo che continuando a parlarlo ritrovo parole e modi di dire da tempo dimenticati.

“Diamantino Prozer” chiama l’infermiera aprendo la porta e posando lo sguardo su di noi. Ci fa entrare nell’ambulatorio dove ci attende Antonia con altri due medici.
“Allora Tò, adesso guardiamo il tuo cuoricino e vediamo come va” gli dice mentre lo siede sul lettino. Traduco le sue parole e Tò si comporta benissimo! Si fa spogliare, non si muove durante l’eco e il cardiogramma e, alla fine, riceve un bel leccalecca.

“Perfetto!” mi illudo. “Sarà una passeggiata portarlo alle visite!”
Non l’avessi mai detto! Le volte successive, tra capricci, corse in corridoio, e agitazione durante gli esami suderò ogni volta sette camicie. Altro che sauna!!!

Le visite, però, non sono ancora finite. Passiamo anche dalla Pediatria dove gli fanno una lastra al petto che conferma che non c’è nessuna infezione ma solo del catarro alto da curare con l’aerosol.
“Adesso dovremmo fargli l’esame del sangue” mi dice l’infermiera ma quando si volta con la siringa in mano, Tò comincia ad urlare e dobbiamo tenerlo fermo in tre.

“E na matan”, E na matan!!!” (mi ammazzano, mi ammazzano!) continua a gridare. Si agita talmente tanto che non riescono a fargli il prelievo. A nulla valgono le mie parole per tranquillizzarlo. Si calma solo quando vede l’infermiera posare la siringa. E’ sudato e trema tutto e grossi lacrimoni gli scendono lungo le guance.

Mi rendo conto che nessuno lo ha preparato a quello che avrebbe fatto in Italia e cerco le parole migliori per spiegargli cos’è una puntura.
Mi vengono in mente le zanzare che tutti ben conoscono in Africa e gli dò un piccolo pizzicotto.
“Non devi avere paura. Se stai calmo e non ti agiti, sentirai solo una piccola puntura  come quelle delle zanzare. L’infermiera farà in un attimo. Te lo assicuro”.
Sembra che riesca a tranquillizzarlo quindi faccio un cenno alle infermiere.
Questa volta ci prova quella più anziana che, dicono, caverebbe il sangue anche da una rapa avvizzita.

Le altre si mettono in posizione per bloccare Tò. Sembra un placcaggio di football, ma... questa volta tutto fila liscio. Lui è orgogliosissimo e non la finisce più di ripetermi “N’ka tchora. Bu odgja, n’ka tchora!” (non ho pianto, hai visto, non ho pianto!)

Lo abbraccio forte forte e gli dico che è stato proprio bravo. Le infermiere arrivano con delle caramelle e lui ne prende subito quattro. 
Quando gli chiedo perchè, mi dice che una è per lui e le altre per le sue sorelle (le mie tre bimbe). Avevo dimenticato come in Guinea mi aveva colpito la generosità della gente, soprattutto dei bambini. Sono abituati a dividere quel poco che hanno con gli altri, sempre. I bimbi sono capaci di dividere una caramella anche in dieci parti pur di darla a tutti i loro fratelli. 
Certo qui abbiamo molto da imparare!

Quando rientriamo a  casa Tò dà il meglio di sé. 
Gli tolgo la giacca e mi volto solo un attimo per appenderla quando lo sento aprire la finestra della cucina e lo ritrovo che si sporge dal davanzale per guardare in giardino i bambini che giocano. In quel momento perdo 10 anni di vita! Abitiamo al secondo piano!

Mi avvicino cautamente per non spaventarlo e lo faccio scendere. Da quel giorno decido che uno di noi non dovrà mai perderlo di vista!

Per distrarlo saliamo da Marco e Matteo (i miei nipoti) con cui gioca a lungo. Mi rendo conto che, per la sua cultura ancora molto maschilista, giocare con delle femmine non è proprio il massimo.
Si diverte talmente tanto che non vuole più andare a dormire nel suo letto e continua a ripetere che vuole dormire a casa loro.
Fabio per farlo calmare lo addormenta abbracciato a lui nel lettone e poi, con delicatezza, lo mette nel suo. Una dolce consuetudine che durerà per tutto il tempo della sua permanenza in Italia.

Linky Party C'e' Crisi

giovedì 19 giugno 2014

TORTA d'ANANAS di mamma Jennie

Alzi la mano chi di voi non ha un sapore od un profumo che gli ricordi l'infanzia!
Lo percepisci...chiudi gli occhi e ti sembra di tornare bambino! 

Non capita anche a voi?
A me succede con la torta d'ananas.

La ricetta si perde nel tempo (non so da chi l'avesse avuta mia mamma) ma io l'avevo scritta,  ancora ragazzina delle medie, sul quaderno delle ricette fatto a scuola durante la lezione di Applicazioni tecniche (si, si,non fate quella faccia stupita! Ai miei tempi si chiamavano Applicazioni tecniche!)

E' la pagina del quaderno più macchiata e sdrucita perché questa ricetta l'ho fatta un milione di volte (ed ogni volta non mi ricordo le dosi, purtroppo!)

E' una torta rovesciata, molto semplice ma anche molto buona e bella da presentare.
Il segreto è quello di cuocerla a lungo a 170° fino a far caramellare lo zucchero.

Quando mia mamma aveva il forno  gas (sì, ai miei tempi c'era anche quello!) veniva decisamente meglio! Si caramellava velocemente e uniformemente ma anche ora viene bene con un po' di pazienza!

Sconsiglio il metodo che ho usato io per caramellarla già un po', prima di infornarla.
Ho messo direttamente sul fuoco la tortiera di pirex e ... crac, si è spezzata a metà a causa del calore (e solo poi ho scoperto che c'è tanto di simbolico che ti dice di non metterla  direttamente sul fuoco! Più tonta di così si muore!)

Comunque la ricetta è questa:



Far sciogliere in un pentolino 80 gr. di burro (foto 1) ed aggiungervi 5 cucchiai di zucchero (foto 2)





Spargere burro e zucchero nella tortiera (foto 3) e adagiarvi le fette di ananas (foto 4).


Sciogliere gli altri 80 gr. di burro, aggiungervi 4 cucchiai di zucchero, 1 uovo, un pizzico di sale, 8 cucchiai colmi di farina e latte e succo di ananas tali da rendere la pastella morbida, poi frullare il tutto e all'ultimo aggiungere un cucchiaino di lievito e frullare solo pochi secondi  (foto 5). Adagiare la pastella sulle fette di ananas (foto 6)


Cuocere in forno preriscaldato a 170° per 45/50 minuti circa (io dopo questo tempo controllo se è ben caramellata altrimenti la cuocio ancora; sopra si scurisce ma non brucia)  (foto 7) Ponete poi sopra alla tortiera un piatto da portata o un'altra tortiera più grande per capovolgere la torta (foto 8)




Non vi preoccupate se non si staccheranno subito tutte le fette d'ananas (foto 9). Fatelo poi voi con delicatezza e raccogliete anche il caramello rimasto nella tortiera e ponetelo sulla torta (foto 10) 




Ed ecco la torta pronta da mangiare! BUON APPETITO!
A presto Maria





Partecipo a: Che torta di compleanno sai preparare?


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