giovedì 24 aprile 2014

(1) Storia di DIAMANTINO (Tò) - PROGETTO BAMBINI CARDIOPATICI

Diamantino (Tò)
E’ il 6 febbraio del 2012. Siamo in autoambulanza. Diamantino, sfinito dal viaggio, si è addormentato. Il suo faccino scuro spicca pallido tra le coperte. Stringe tra le mani la macchinina che gli abbiamo regalato. 

Sembra così piccolo nella sua giacca a vento. Piccolo e spaurito.
Lo guardo e mi commuovo. Poso la mia mano sulla sua, delicatamente per non svegliarlo. Lo guardo e penso alla pena dei suoi genitori e a quanto lui debba sentirsi impaurito. Sento che è una grossa responsabilità, so che non sarà facile, ma sento anche che ne vale la pena. Con l’aiuto di Dio, sono certa che ce la faremo.

Ma facciamo un passo indietro:

Diamantino è un bellissimo bimbo di 5 anni che viene da uno dei paesi più poveri del mondo: la Guinea Bissau. É affetto da una cardiopatia congenita chiamata Tetralogia di Fallot (la combinazione di quattro difetti cardiaci presenti fin dalla nascita). Il suo paese non ha strutture in cui poterlo operare. Se non verrà curato, morirà prima di diventare adulto. Con l’operazione, invece, potrà vivere una vita normale.

Sono molti i bambini con problemi al cuore in Guinea Bissau. A volte, purtroppo, sono bimbi nati sani ed ammalatisi in seguito: lo streptococco non curato con antibiotici causa la degenerazione delle valvole cardiache.
Patologie che da noi sono scomparse da anni ma che, nel terzo mondo, mietono ancora troppe vittime.

Io e Fabio ci siamo conosciuti proprio in Guinea Bissau e quel paese c’è rimasto nel cuore. E’ nata una profonda amicizia con Oscar, che lavora lì da vent’anni, e che ci ha fatto conoscere la realtà dei bambini cardiopatici. Con l’aiuto dell’amica Patrizia, ha fatto operare la prima bimba al Cardiocentro di  Lugano. L’esito è stato positivo ed ora i bimbi vengono operati anche in Spagna, Portogallo ed a Milano. Sono già più di cento quelli ai quali è stata data una nuova speranza.

Un giorno in una fredda sera d’inverno, abbracciati sul divano davanti al caminetto acceso ci siamo domandati perchè non provare a prendere i contatti anche con l’Ospedale Borgo Trento di Verona per vedere se era possibile operare i bambini  nella nostra città.

“E perchè non prendiamo noi il primo bambino?” salta su Fabio staccandosi dall’abbraccio e guardandomi dritto negli occhi.
La cosa mi entusiasma ma mi spaventa anche un po’!
Il coinvolgimento emotivo, la fatica di aiutare un bimbo senza stravolgere troppo il suo modo di vivere, sapendo che deve rientrare a casa e reinserirsi in una cultura totalmente diversa dalla nostra. La paura di affezionarsi troppo e poi vederlo andare via...
Ma Fabio è un “caterpillar” e niente lo ferma se ha un’idea in testa.
Due amici medici ci mettono in contatto con la cardiochirurgia di Borgo Trento e la nostra “avventura” ha inizio.

L’amico Mirko, anestesista, si è offerto di accompagnarmi a Malpensa con l’autoambulanza dell’associazione nella quale fa’ servizio: Porto Emergenza. Partiamo verso le 14,20 assieme a Davide e Giacinto, due veterani delle autoambulanze. L’arrivo è previsto per le 16,30 circa e, nonostante il brutto tempo, il viaggio scorre senza intoppi.
Ho portato una giraffa ed un elefante giocattolo, ma Mirko entra veloce in un negozio e ne esce con una bella macchinina per Diamantino. Diventerà il suo gioco preferito durante la permanenza in Italia.

Attendiamo il suo arrivo, per un po’, all’uscita sbagliata  poi ci accorgiamo che sul tabellone non c’è scritto il suo volo e cambiamo postazione.
L’aereo è appena atterrato. Il tempo necessario per prendere le valigie poi si aprono le porte e lo vediamo uscire assieme ad altri due ragazzi che verranno operati in Svizzera, al Dottor Alberto ed a Patrizia che li hanno accompagnati.


Sono tutti stravolti dal viaggio, Diamantino ha anche un po’ di febbre. In Aeroporto a Lisbona ha vomitato. Ha il viso emaciato e i suoi occhioni passano da un volto all’altro domandandosi, probabilmente, in che posto strano è finito.

Io parlo il Kriolo, il dialetto del suo paese, quindi cerco di tranquillizzarlo e di dirgli che ora saliremo in autoambulanza ed andremo a casa mia. Lo faccio parlare al telefono con Fabio che ha conosciuto a Bissau alcuni mesi or sono. Sentendo una voce amica Diamantino si rianima. Scopro anche che nella sua famiglia lo chiamano con un soprannome: Tò e che il nome Diamantino è solo quello dei documenti.
Da questo momento, quindi, sarà Tò per tutti.

Saliamo sull’autoambulanza e Davide lo sistema sul lettino, lo copre con una coperta e lo lega. Giacinto gli regala il suo cappello di lana perchè il freddo è pungente e poi si mette alla guida.


Per un bel pezzo Tò si guarda attorno e non parla poi la stanchezza ha il sopravvento e si addormenta.
Lo guardo e mi sento un po’ strana anch’io. Tenerezza, apprensione, senso di responsabilità... Tutto si accavalla nel mio cuore e nella mia mente. Quasi non riesco a credere che sia veramente qui.
Mando alcuni sms agli amici più cari che ci sono vicini e ci sostengono e in un attimo siamo a casa.

Fabio e le bimbe (Elisabetta, Francesca e Federica di 13, 11 e 8 anni) ci aspettano in  giardino. C’è anche Roberta, nostra cognata, che starà da noi alcuni giorni. Tò sorride per la prima volta quando vede Fabio e gli salta in braccio.

Salutiamo Mirko, Giacinto e Davide ed entriamo in casa. Il dottore mi ha suggerito di non fargli il bagno questa sera a causa della febbre, quindi lo cambio velocemente e gli mostro la casa ed il suo lettino.

Lo abbiamo sistemato nella nostra camera matrimoniale in modo da poterlo seguire costantemente. Non vuole mangiare niente e non lo forziamo.
Lui mi prende per mano e mi tira verso la camera, sale sul suo lettino facendoci capire che vuole dormire.

Lo copriamo con la trapunta e due coperte e gli mettiamo anche un cappellino di pile perchè lo hanno rasato prima di venire in Italia e non è certo abituato a queste temperature invernali.
Che tenerezza! Io e Fabio rimaniamo per un po’ abbracciati a guardarlo e ci commuoviamo. É un po’ come rivivere l’arrivo delle nostre bimbe. La sensazione di posare lo sguardo su un volto che ti sembra di conoscere da sempre ma che, allo stesso tempo è nuovo, tutto da scoprire e da imparare ad amare. La consapevolezza di essere di fronte ad un essere indifeso che devi proteggere.  Sentire che è affidato a te!


13 commenti:

  1. Che meraviglia... come ammiro le persone come voi, per me sono un esempio e un incoraggiamento, davvero, che Dio vi continui a benedire immensamente e ad usarvi per aiutare questi bimbi. Vi abbraccio di vero cuore, aspettando il seguito e... Tò è bellissimo!

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  2. Grazie di cuore Vivy,
    ma non facciamo niente di speciale.
    Credo che Dio abbia dato ad ognuno dei talenti e delle opportunità. I nostri sono questi e, speriamo, con il suo aiuto di poter continuare ad aiutare altri "Tò".
    Hai ragione, è veramente bello ma... ti assicuro, anche vivacissimo!
    Io abituata a tre femmine ho fatto un po' di fatica!
    Grazie di cuore perché il tuo dono della dolcezza e della comunicativa lo sai usare molto bene.
    E' sempre una gioia leggerti e fai bene al cuore!
    Un forte abbraccio Maria

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    1. Sì anche io penso che Dio abbia distribuito ad ognuno i "suoi talenti" e il vostro lo state facendo fruttare grandemente, per me fate moltissimo e siete un enorme incoraggiamento ♥
      Grazie a te con tutto il mio cuore ♥

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  3. Ciao Maria! Non solo il gesto che avete compiuto e che continuate a compiere è così bello che non ci sono altre parole per descriverlo, ma anche il modo in cui racconti la storia è coinvolgente e davvero ci fa capire che se tutti volessimo, potremmo sul serio aiutare gli altri, anche senza andare così lontano! Che bell'esempio! Sono stata lontana dal web e da blogger.....per questo non sono passata prima a ringraziarti per aver realizzato le uova grazie al mio post! Tra l'altro le tue sono bellissime e chissà che la prossima volta non sia io a prender spunto da te! Buon fine settimana! :)

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    1. Grazie di cuore Angela.
      Cerchiamo solo di fare del nostro meglio con i talenti che abbiamo.
      Sono contenta di riuscire a trasmettere con le parole quello che abbiamo vissuto. E' sempre difficile "tradurre" quello che si ha dentro.
      Grazie ancora per lo spunto per le uova. Ne sto preparando altre perché mi sono venute in mente altre idee.
      Vediamo come verranno.
      Buon fine settimana anche a te e un abbraccio Maria

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  4. Ciao Maria, che bellissima storia!
    Un abbraccio forte. =)
    Daniela

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    1. Grazie Daniela!
      Spero di riuscire a tradurre in parole quello che abbiamo vissuto nel cuore.
      Un forte abbraccio Maria

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  5. Non ho parole cara Maria...ma ti dico solo che vi ammiro e vi stimo moltissimo !!!!!!!! Un abbraccio

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    1. Grazie di cuore Mirtilla,
      ma davvero non facciamo niente di speciale.
      Abbiamo ricevuto tanti doni dalla vita ma anche tanto dolore. E quando il cuore sanguina o ti chiudi in te stesso o cerchi di fare qualcosa per gli altri perché niente come fare qualcosa di buono aiuta a sentirsi meglio.
      Un forte abbraccio Maria

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  6. Ho letto il seguito di questa storia, commovente, ammirevole, straordinaria, che ti entra nel cuore.
    Per tutti i bambini e la speranza che riesci a diffondere, grazie mille, Maria.
    Maris

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    1. Grazie a te Maris per il sostegno e l'affetto.
      Un abbraccione
      Maria

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  7. Che viaggio, Maria!!!!
    Che emozioni che hai vissuto!
    Ammirazione totale per te e per la tua famiglia.
    Un abbraccio, cara

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    1. Sei sempre gentilissima cara Federica. È un viaggio che arricchisce tanto e ti fa apprezzare tutte le fortune che abbiamo. Ora lo stanno facendo altre 4 famiglie affidatarie con Braima, Saliu, Odete ed Eusebio.
      Un abbraccione
      Maria

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