(5) continua...
Il fine settimana scorre
veloce.
La domenica lo portiamo
a Messa per la prima volta.
Si siede nei primi
banchi, a fianco del coro dove canta anche Elisabetta e resta impettito e
silenzioso per tutta la celebrazione. Ne restiamo piacevolmente stupiti. Non immaginavamo
proprio che sarebbe stato calmo data la sua vivacità.
A pranzo usciamo con
alcuni amici nel Mantovano e qui Tò può dare sfogo a tutta la sua vivacità.
Corre in mezzo alla neve ma ad un certo punto lo vediamo accosciarsi con il
fiato corto cercando di riprendere le forze.
Fabio lo porta in
braccio fino all’auto dove, poco dopo, si addormenta. E’ talmente allegro e
vivace che ci dimentichiamo, a volte, che è molto malato.
A casa ci mettiamo tutti
seduti vicini vicini sul divano per guardarci un cartone animato assieme.
“Speriamo che sia
“ipnotizzato” dalla tv come tutti i bimbi” mi sussurra Fabio all’orecchio.
“Avrei proprio voglia di
rilassarmi un po’”.
Purtroppo scopriamo che
i cartoni animati non sono di suo gradimento. Vuole guardare le foto sull’Ipad
e Tati, con grande pazienza, risponde per più di un’ora a tutte le sue domande
sui volti che scorrono sullo schermo.
Noi riusciamo,
finalmente, a riposare un po’. Siamo abbastanza stanchi perchè la notte Tò si
sveglia spesso e a volte fa pipì nel letto. Avevo ormai dimenticato come ci si
dorma poco quando i bimbi sono piccoli.
Prima di cena il rito del bagnetto che Tò ama tantissimo.
“Maia, manga di iagu, manga di iagu” (Maria tanta acqua, tanta
acqua)
Si spoglia da solo (come tutti i piccoli africani è molto autonomo)
ed entra nella vasca dove sguazza beato.
A casa è abituato ad una doccia veloce con un paio di caraffe
d’acqua versate sul capo. Qui non vorrebbe mai uscire dalla vasca e continua ad
insaponarsi e sciacquarsi.
Quando riesco finalmente ad avvolgerlo nell’accappatoio vuole fare
tutto da solo.
Gli spalmo un bel po’ di crema sul corpo perchè la sua pelle, con il
freddo, è diventata molto secca poi lui si veste e vuole aiutarmi a mettere
tutto in ordine.
Mentre lo osservo penso che sembra sempre vissuto qui. É Tutto nuovo
per lui eppure sembra tutto così familiare, così usuale.
Una telefonata mi distoglie da questi pensieri.
“Ciao Antonia. Si.... Va bene! Ci vediamo domani allora. Grazie!”
L’operazione è stata fissata per il 16 ma, prima, bisogna rifare l’angiotac
ed altri esami.
Il giorno dopo, ci ricoverano in pediatria e, sistemato l’ago adatto
nel braccio, ci portano a fare l’esame.
Questa volta decidono di sedarlo per paura che si agiti. L’idea è
buona perchè riescono a fare tutto in fretta e a vedere nei particolari la
patologia di Tò.
Purtroppo, però, al suo risveglio si ha l’effetto paradosso: il
farmaco usato per l’anestesia crea un
effetto contrario a quello previsto. Tò è incontenibile, iperattivo,
agitatissimo.
Non so più come tenerlo. Cerco di calmarlo con le canzoni e le
coccole ma non ottengo niente.
Rientrati in reparto, scappa dalla stanza più volte. Lo rincorro e
lo fermo appena in tempo prima che esca dalle porte lasciate aperte
inavvertitamente ed entri in terapia intensiva.
Le provo tutte, poi, esasperata, provo a non dare importanza alle
sue marachelle, a fare finta di niente per vedere se non sia solo un modo per
attirare la mia attenzione.
Lui mi guarda con aria di sfida, prende al volo la mia borsa e corre
fuori sperando che lo rincorra ma, questa volta, inciampa nelle gambe di una
dottoressa che lo blocca.
Alta e ben piantata, lo prende in braccio e lo porta nel suo
ufficio.
“Adesso lei va a prendersi un caffè e lo lascia qui con me!” Il suo
tono non ammette repliche e il suo sguardo è di comprensione mista a
compatimento.
“Non si preoccupi per lui, ci penso io!”
Mi ricorda una Valchiria. Me la immagino fiera sul suo cavallo con i
biondi capelli al vento e la lancia in mano dopo aver fatto strage di nemici.
La lascio volentieri con “tremendino” e scendo al bar per tirare un
po’ il fiato.
Più che di un caffè, avrei bisogno di una camomilla!
Riprendo il controllo e torno in pediatria. Trovo Tò, seduto sulla
scrivania che guarda al computer delle immagini di animali e se le fa
fotocopiare. Sì è calmato e torna con me in camera senza fare storie.
Nel frattempo è arrivata una mamma con un bimbo di quattro mesi che domani dovrà essere operato al capo. Ci salutiamo ma noto subito che mi guarda con insistenza. Scopro che è una compagna di classe di mia cugina e ci mettiamo a chiacchierare.
Fabio arriva a darmi il
cambio verso le 20. Tò non vorrebbe che andassi via e fa un po’ di capricci. Si
calma solo quando Fabio gli permette di sentire un po’ di musica con il cellulare:
benedetta tecnologia!